Mese: Dicembre 2023

Manuale di sopravvivenza alle feste 2/2

ASSAPORATE LENTAMENTE

….e nel Tempo che fugge, vi riporto al Tempo ricco, pieno.

Abbiamo parlato di consapevolezza e scelte, di presenza ed atteggiamenti, fatto alcune riflessioni su aspetti ricorrenti che affrontiamo durante i momenti conviviali, e non solo.
Volevo portarvi per mano, anche un po’ scherzosamente, tra i meandri bui che si celano dietro la facciata delle feste comandate, dove tutto è patinato, gli alberi di Natale sono perfettamente triangolari, i panettoni lievitati con maestria e gli spumanti fanno tutti il botto….e dove le signore si tolgono i tacchi sotto la tovaglia, i signori si slacciano la cintura nascondendo la panza sotto il tovagliolo e la padrona di casa mette il piatto di portata sulla macchia della tovaglia buona 🙂 .

In questa meravigliosa giostra che è la tavolata del pranzo o del cenone, possiamo usare un superpotere che ci fa praticare la consapevolezza e la presenza….senza che nessuno se ne accorga. Vi ricordate, si parlava di micropratiche ed in questa occasione possiamo unire questo furbissimo strumento insieme a quello, potente e semplice insieme, del Mindful Eating.
Di che si tratta ? Di assaporare con consapevolezza e totale presenza, con il giusto tempo ed il giusto atteggiamento mentale.
Vediamo alcuni punti insieme, e poi pratichiamo !

*Mangiare emozioni

Il cibo ha una potenza evocativa potentissima. Non solo è stato il primo motivo per cui, ancora in fasce, abbiamo elaborato delle strategie per ottenere l’attenzione altrui ma è anche letteralmente nutrimento di tutti i nostri sensi.
Attraverso esso elaboriamo dei ricordi precisi e dei legami significativi con luoghi e persone.
Ha una funzione di compensazione perché attiva, tra le altre cose, un senso di quiete legato alla soddisfazione di un bisogno primario, la sopravvivenza.
Possiamo mangiare un gelato per ritornare bambini o la famosa lasagna della nonna per sentirci a casa….state pensando anche voi a qualcosa di simile, vero ?
E’ un legame potente ed affascinante ma può essere insidioso….per cui sarà meglio sedersi a tavola con l’intento di far lavorare sensi e papille gustative, piuttosto che le nevrosi o la stanchezza accumulata.
Fermatevi. Chiedevi cosa state facendo con la forchetta in mano, guardate il piatto e siate li, nel momento e solo nel momento presente.

*Il piacere del corpo
Gli orientali dicono che da noi, tutta l’energia stia in alto, nella mente. E ci offrono tante pratiche per riportare equilibrio, per connetterci e radicarci, pur rimanendo in contatto con i pensieri, l’attività creativa e riflessiva.
Ma non c’è dubbio che occorra tornare al corpo, per godere pienamente della nostra vita.
Ai sensi, si. Ma anche alle sensazioni ed imparare a sentire, ad esempio, appetito e sazietà pur tra le chiacchiere e la confusione. Il corpo parla e ci può regalare esplosioni di piacere…basta un’uvetta (e capirai il perché)
*Stabilire confini sani

Che significa avere un contatto diretto e consapevole con ciò che sentiamo giusto per noi e saper dire no, sia a noi stessi sia agli altri, quando questo confine viene forzato.
Cosa significa “sentire giusto per me” ?
Esci dalla mente ed entra nella sensazione corporea, ascolta il respiro, la bocca dello stomaco o quel punto del corpo che solo tu sai come ti parla, quando percepisci il disagio di una forzatura.
Ascoltalo, dolcemente segui il suggerimento che ti arriva.
Probabilmente è una voce sussurrata tra tanti strilloni…..ma è quella che ti indica la strada autentica verso il tuo benessere.

Ed ora via !
Si pratica !

La meditazione del chicco d’uva
E’ piuttosto famosa, la potete trovare un po’ dappertutto e la dobbiamo ad un professore, studioso ed autore, nonché Mr Mindfulness, Jon Kabat-Zinn.
Ma ora non avete tempo di prendevi l’uvetta, il pranzo è alle porte e siete alle prese con i fornelli o la carta regalo. O al massimo, rubatene una dal panettone….senza essere visti 😀
Bigino dei punti fondamentali (e nodo al fazzoletto per ritornarci appena finite le feste):

*primo approccio, usate gli occhi. Guardate il vostro cibo come guardereste un puzzle, con attenzione e curiosità, notandone forme e colori, disposizione nel piatto, luci volumi ed ombre.
Ricordate, se siete totalmente presenti, vi basterà poco più di un attimo….e sarete “nel” piatto con tutti voi stessi.
Registrate le emozioni: vi attira, vi respinge, vi ricorda qualcosa ? Ed il corpo, come vi dice se vi piace o no, se arrivano ricordi piacevoli o meno ? Quale parte si attiva ?
Il segreto è ascoltare senza giudicare, accettare quello che è, in quel momento.
*Iniziate il viaggio consapevole: .perché avete scelto di partire proprio da quel boccone ? Osservate e quindi attivate il naso (esplosione!!) e fate caso alla salivazione, aspettate prima di ingerire …. solo un poco. Ora, le labbra, la lingua, la bocca. Ascoltate ogni passaggio, la consistenza dell’alimento, attendete prima di mordere e masticare. Cosa vi spinge finalmente ad assaporare il boccone ? Fate poi caso a tutte le sfumature dei sapori ed a come cambiano con il calore del vostro corpo. A come cresce il desiderio di deglutire ed a cosa provate se attendete giusto un secondo in più.
Poi seguite il boccone fino a quando non sentirete più la sua presenza e soffermatevi sull’eco che ha lasciato, la scia dei sapori e delle sensazioni. Volete ripetere l’esperienza ? Vi incuriosisce provare un accostamento originare con un sapore diverso o gradite continuare con quello che avete appena provato ? Vi manca qualcosa ? Siete pienamente soddisfatti ?

No, non è difficile e nemmeno macchinoso.
Ora, che siete ai fornelli, afferrate il primo cibo commestibile che avete sottomano e provate: vi prometto che non vi ruberò più di 2/3 minuti al massimo.
E se è davvero così, e non avete mai praticato prima….siete stati anche bravi !

Questo esercizio, infatti, racchiude in sé infiniti spunti: dalla presenza, la consapevolezza, all’ascolto del corpo, al non giudizio e così via.
Ma…se siete alle prese con quel panettone con la crema al pistacchio che avete cominciato a temere e sognare già a vacanze estive terminate….provate con questo altro esercizio !

Saziare il desiderio

E’ li, davanti ai vostri occhi ed allenati come siete all’ascolto delle vostre papille gustative, sentite scorrere l’acquolina a fiumi.
Privatevi della vista ed ascoltate il desiderio, l’impulso prepotente ad afferrare la fetta ed addentarla.
Fate crescere più che potete questo desiderio, visualizzatelo come un’onda che diventa sempre più potente e maestosa, sempre più alta. Continuate fino all’esagerazione e seguite questo processo con il vostro respiro, fate che diventi un messaggero in grado di trasportare le sensazioni fisiche in ogni angolo del vostro corpo, saziando di gusti e profumi ogni singola cellula, fino a saturare il desiderio.
Sentirete il bisogno farsi via via sempre più flebile, mentre si rafforzeranno la vostra centratura e capacità di scelta, aumenterà la quiete e svanirà la dipendenza dall’oggetto del vostro desiderio.
Così la vostra scelta sarà guidata da un’ispirazione decisamente più saggia, vi sentirete più forti e consapevoli e potrete accostarvi con leggerezza al cibo.

Bene, direi che del Menù previsto, abbiamo condiviso poco più che qualche antipasto: ci sarebbe tanto, tanto di più da dire e fare insieme.


Ma il Natale è alle porte e quindi…..


…..sono pronti i cappelleti in brodo 😅????

Categories: Uncategorized

Manuale di sopravvivenza alle feste 1/2

Ho appena scritto un post per il gruppo facebook “Le ricette per un intestino felice” e mi piace condividerlo con te, che segui il mio sito.
Buona lettura !

Ed eccoci qui…. al pranzo di Natale.
Era tutto molto buono.
The End

Ed invece no, non finisce qui…..nei nostri cuori e nelle nostre menti, oltre che nelle nostre panze, rimane la memoria di un giorno che, volente o nolente, è pur sempre unico nell’anno.
Per questo lo vorremmo davvero speciale, per questo a molti è indigesto.
Ecco quindi alcune riflessioni ed alcuni trucchetti per uscire vincitori dalla sfida !

*Partiamo da un boccone amaro: il senso di colpa….e dintorni.
Ci siamo detti che avremmo accostato la tavola imbandita con leggerezza, ma davanti alla lasagna della nonna le ginocchia cedono, l’acquolina vince.
Ci immergiamo nel profumo di casa, ci saziamo occhi, papille e stomaco e…..e poi arriva il conto. Il gonfiore, la cintura che stringe.

Arriva un’altra prelibatezza, preparata con cura dalla mamma….e si cede anche a questa generazione ! E tra una forchettata e l’altra cominciamo a fantasticare su improvvisi rotoli che assillano le nostre forme, in preda ad un sottile panico.
Vuoi a questo punto non accompagnare il tutto con un buon calice ?
Vuoi davvero privarti del dolce, a disastro ormai compiuto ?
La diga cede…. et voilà, in men che non si dica l’umore cambia, la digestione si fa difficile e ci si vota mestamente al digiuno universale.

Sembra sciocco ma consapevolmente o meno, per molti, finisce così.
Non si tratta di essere indulgenti con se stessi e nemmeno di imparare a perdonare i nostri peccatucci: il rimedio è molto, molto più a monte.
Il senso di colpa ci parla di quanto poco abbiamo integrato il nostro comportamento nel nostro sistema di “credenze”…che non sono quelle dei piatti della nonna 🙂
Ci dice che stiamo compiendo delle scelte che contraddicono ad una immagine che abbiamo di noi, qualcosa che è molto, molto distante dalla sostanza.
Quando abbiamo realmente integrato le nostre scelte nel nostro sistema interiore, sappiamo benissimo dove siamo e perché….e sappiamo quindi “sgarrare” con allegria.

Questo perché siamo capitani, timonieri ed equipaggio della nostra nave, la conduciamo con chiarezza nella direzione che sappiamo scegliere…e possiamo cambiare.

Non è necessariamente un processo immediato, ma un viaggio che si compie quotidianamente, quello verso questa solidità.
Ognuno ha i suoi tempi, siatene consapevoli.
*La scelta come privazione.
Si tratta semplicemente di prospettiva….e con quale scegliete di vedere le cose.
Ahimè, la scelta implica una privazione…o scelta non sarebbe.
Ma ha in sé moltissimi aspetti positivi che potremmo dimenticare: è un esercizio di libertà, prima di tutto. Implica chiarezza e ci conduce dove abbiamo deciso di andare, permettendoci di godere ciò che abbiamo scelto. E’ un ottimo specchio ma è anche un testimone che ci parla continuamente di ciò che siamo. Ci insegna molto, il dover scegliere….e non ci insegna che “non si può avere tutto” ma piuttosto che siamo solo e solo noi a dirigere ogni aspetto della nostra vita, arricchendola con il meglio che la vita ci offre, come è giusto che sia.
Onoratevi.
*Il confronto con “gli altri”….

……quelli dei preconcetti, i criticoni, i curiosi, i preoccupati, quelli degli sfottò….quelli insomma che non si fanno i fatti loro.
Ecco, tutta la loro attenzione su cosa mangiate e perché – e cosa bevete e perché – e se fate digiuno e perché – e se non andate al supermercato, perché….non parla di voi.
Parla di loro !
Parla di quanto siano conformi a dei modelli stereotipati, o di quanto siano poco informati oppure disinteressati alla propria salute. Ci dice quanto i loro comportamenti siano soliti essere conformi alle aspettative altrui e non gli appartengano affatto e di come chi sa essere “autentico” li faccia sentire inadeguati.
Potreste sentirvi attaccati perché il vostro essere centrati sui vostri bisogni mette a nudo l’incapacità altrui di fare altrettanto….
Siate magnanimi…..afferrate una carota e sfogatevi con un bel morso 🙂
Non fate diventare questo teatrino il vostro alibi…..appropriatevi delle vostre scelte, qualsiasi esse siano.
Volete “sgarrare” ? Non è una sconfitta, è l’esercizio della vostra libertà, purché sia frutto di piena consapevolezza.
*La mancanza di tempo
Anni fa, un Maestro francese che si chiama Daniel Odier, mandò in frantumi l’alibi più comune a tutti i partecipanti della sua classe, di cui facevo parte.
Si parlava della difficoltà di trovare il tempo per la meditazione, ma l’insegnamento è prezioso, proprio perché trasversale.
Ci parlò allora delle micropratiche e di come ogni azione quotidiana possa, per quanto banale, trasformarsi in una buona occasione per meditare: sul bus, sotto la doccia….ovunque. L’essenza è “semplicemente” essere presenti, totalmente consapevoli, immersi nell’esperienza con tutti se stessi….questo la rende significativa al punto da poterla considerare una meditazione a tutti gli effetti.
Ecco, non ci manca il tempo.
Ci mancano o la voglia, o la chiarezza mentale.
C’è un tempo per abbuffarsi, uno per il digiuno.
C’è il tempo per far festa ed anche quello per raccogliersi nell’emozione.
C’è il tempo, sempre. Finché abbiamo Tempo.
Un esempio di come applicare queste micropratiche ? ASSAPORATE LENTAMENTE, con tutti i sensi.
Ma ne riparleremo.

*I preparativi
…..dei pasti, ma anche del corpo e della mente.
Per i pasti, se siete qui, sapete già tutto e vi affido al gruppo, alle idee di tanti ed alla voglia di condividerle, che non manca mai (grazie!).
Per il corpo e la mente, abbiamo ancora due giorni per prepararci ed armi semplici da usare, al nostro arco:
_RESPIRAZIONE: tra le tante cose, deacidifica ed ossigena i tessuti,, calma la mente e ci dà maggiore focus e centratura per le nostre scelte.
_ALIMENTAZIONE: scegliamo con cura soprattutto i tempi, non facciamo diventare le giornate uno spuntino continuo, alterniamo consapevolmente dei tempi di astensione magari un poco più lunghi…. Per tutto il resto c’è la nostra Doc, Livia Emma 🙂 .

_IDRATAZIONE: scegliamo tisane di buona qualità per riposare meglio, per aiutare il fegato, per sostenere il linfatico…ciascuno a seconda dei suoi bisogni. Se poi informate l’acqua con i cristalli o con le frequenze, meglio ancora).
_RIPOSO: non si tratta solo di dormire, o dormire bene. Ma anche di astenersi dall’obbligo, dal dare o fare ciò che è dovuto, di alleggerirsi da ciò che si percepisce come un inutile peso. Si tratta di occuparsi anche della propria mente, di lasciar andare il controllo, permettersi la leggerezza facendo emergere ciò che è veramente importante…..l’amore. Perché di questo si parla nelle feste, ma ci si arriva dopo essersi massacrati di stanchezze inutili, di pensieri debilitanti.
Non dimentichiamo l’amore verso noi stessi !
_ATTIVITA’ FISICA: che non sia quella dello shopping compulsivo ma vi aiuti a rallentare i ritmi e ritrovarvi con voi stessi e la vostra centratura. Basta un parco cittadino, non ci vuole molto…e se non potete correre, camminate svelti con un occhio di riguardo alla respirazione ed alla postura. E siate presenti !

Un ultima riflessione: è dalle piccole cose – e soprattutto dai primi passi – che parte il cambiamento a cui aneliamo.
Se tutto questo sembra davvero troppo, scegliete un compito, uno solo…..quello che più vi attira. Può essere la camminata nel parco, la tisana o il digiuno, non importa.


Fate però che sia il vostro rito personale, la celebrazione del vostro benessere, a cui vi dedicate con tutti voi stessi.
Un momento di gloria, di piena soddisfazione.

Sorridete !!



1/2 ….to be continued….